Giovanni Gualdani

Responsabilità, ambiti e compiti
Secondo quanto previsto dal D.lgs. n. 42/04 Codice dei beni culturali e del paesaggio, il restauratore è un professionista in grado di mettere in atto un complesso di azioni dirette e indirette per limitare i processi di degradazione dei materiali costitutivi dei beni culturali e assicurarne la conservazione.

In particolare
– analizza e interpreta i dati relativi ai materiali costitutivi, alla tecnica di esecuzione e allo stato di conservazione dei beni,
– elabora con il conservatore del museo il piano di conservazione delle collezioni e ne verifica l’attuazione,
– definisce i programmi di manutenzione delle opere e ne verifica l’attuazione, in ordine anche alle
condizioni ambientali e microclimatiche,
– attua il monitoraggio delle condizioni ambientali e climatiche delle sale espositive e dei depositi, individuando le eventuali misure da attuare per la miglior conservazione delle collezioni,
– progetta gli interventi di restauro,
– esegue direttamente i trattamenti conservativi e di restauro, dei quali ha la direzione tecnica,
– raccoglie e cura, in collaborazione con il registrar, la documentazione degli interventi di restauro,
– esegue o assiste all’esecuzione di analisi diagnostiche a fini di ricerca o di pianificazione della conservazione e del restauro.
Nel caso in cui il restauratore sia dipendente del museo:
– è responsabile delle strumentazioni del laboratorio di restauro e di diagnosi e misura delle condizioni ambientali e microclimatiche,
– partecipa ai programmi di ricerca,
– partecipa alle attività didattiche e di comunicazione riguardanti l’attività di restauro,
– collabora con il registrar durante la movimentazione delle opere,
– valuta in collaborazione con il conservatore i restauri affidati a soggetti esterni.

Requisiti per l’accesso all’incarico
Sono in via di definizione da parte del Ministero per i Beni e le attività culturali, d’intesa con Conferenza Stato-Regioni, ai sensi dell’art. 17, comma 3, della L. 23 agosto 1988, n. 400.